Avete presente i giochi estivi sotto l’ombrellone? La settimana enigmistica piuttosto che il gioco “dell’impiccato”, disegnato sulla sabbia, da fare in compagnia. Tutti modi per passare il tempo usando in qualche modo il cervello. Oltre alla nostra mente logica, analitica e nozionistica, perché non stimolare invece la parte immaginativa, creativa e costruttiva per un giocoso percorso di crescita personale?
In vista delle vacanze estive vi propongo un gioco da fare da soli o in compagnia per scoprire sul cosa in più di voi stessi e chi vi sta attorno. E anche per smetterla di guardare continuamente lo schermo dello smartphone, abitudine non salutare che a lungo andare tende a sabotarci sia la vista che la capacità di concentrazione. Sei pronto/a per questa esperienza fuori dall’ordinario? Bene! Immagina di avere in tuo possesso la macchina del tempo. Il suo raggio di azione è la zona d’ombra dell’ombrellone (piuttosto che l’ombra di un albero, o qualunque altra area delineata da un’ombra di dimensioni ridotte).
Ogni volta che sarai dentro l’area dell’ombra che hai scelto, potrai viaggiare nel tempo 4 volte, tornando obbligatoriamente al tempo presente nel quarto viaggio. Tu e i tuoi amici (o familiari), partecipanti al gioco, siete dei ricercatori del tempo e viaggerete allo scopo di collezionare informazioni utili per poi riportarle al tempo presente e farne buon uso. Ricorda: per cambiare data dovrai sempre ritornare con i piedi sull’ombra. Puoi viaggiare da solo/a (uno alla volta) o con qualcun altro partendo dalla stessa posizione temporale e per la stessa destinazione. Dichiara la destinazione temporale dove ti recherai tra quelle concesse da questa macchina del tempo speciale.
Due destinazioni sono nel passato e una nel futuro. Due destinazioni nel tempo che sceglierai saranno relative ad un episodio specifico che ti riguarda (nel passato e nel futuro!). Scegli nel passato un episodio che ti ha fatto sentire bene, al settimo cielo, oppure orgoglioso/a e felice (innamoramento, vacanza, matrimonio, nuova casa, esame superato, laurea, vittoria di una gara, assunzione lavorativa ecc.).
Scegli nel futuro un episodio a cui ambisci e di cui puoi immaginarne l’epilogo positivo, con la stessa (o maggiore) sensazione di felicità e realizzazione dell’episodio che hai scelto nel passato. Puoi portare insieme a te uno degli altri partecipanti che REALMENTE era presente ad un evento del passato e/o si presume che sarà presente ad un tuo evento del futuro OPPURE decidere di inserirlo nel passato o presente come viaggiatore nel tempo insieme a te e testimone supportante. L’altra destinazione nel passato riguarda un passato molto lontano nel tuo albero genealogico, i tuoi antenati che non hai mai conosciuto e che sono vissuti in epoche distanti dalla tua, di cui non sai nulla e dove dovrai recuperare lo stemma, il simbolo o il nomignolo caratterizzante la tua famiglia e disegnarlo/scriverlo sulla sabbia (se non sei al mare, procurati carta e penna). Più facile a farsi che a dirsi.
Esempio ipotetico: Io, Barbara, sono al mare sotto l’ombrellone con il mio compagno Davide. Decido di andare nel passato remoto prima della mia nascita (da sola) e scelgo l’epoca medievale che mi appassiona tanto. Dunque scelgo una data che mi ispira, che mi frulla in testa “casualmente” tipo 24 ottobre 1323 (il mio giorno e mese di nascita e un anno plausibile che mi “suona bene” come associazione di numeri). Decido di andarci da sola e dichiaro la mia destinazione temporale e anche spaziale: andrò a cercare indizi a Parigi.
Scelgo questa città perché sento di avere dei legami con Parigi ed è una città che adoro. Non importa se non ha nulla a che vedere con un eventuale mio albero genealogico (una ricerca opinabile con l’araldica disse che un ramo dei Bisello proviene probabilmente dalla Spagna). Dunque entro nell’ombra e vado nel 1323 a Parigi. Chiudo gli occhi e con l’immaginazione penso alla città come poteva essere in quel periodo. Potrei decidere di trovare subito sotto i miei piedi il simbolo dei miei antenati oppure passeggiare in giro finché non viene l’ispirazione. Passeggiando sul lungomare, in realtà nel mio balzo temporale sto passeggiando lungo la Senna finché qualcosa per terra non coglie la mia attenzione. Raccolgo due conchiglie e decido che ho trovato il mio simbolo e torno verso la macchina del tempo per disegnarlo e riportarlo così al tempo presente come documento importante. Pensando alla famiglia che ho conosciuto e non, tipo genitori e nonni, mi viene in mente la fotografia di mia nonna paterna Nina (mai conosciuta) che portava baffi e barbetta con orgoglio.
Poi mia nonna Rosa (materna) che aveva un carattere deciso. Poi mia mamma, dotata di grande “forza motrice” per spronare gli altri a modo suo. Tutte donne forti e decise. Poi penso al mio cognome Bisello, che somiglia a pisello e che ho sempre pensato fosse brutto da dire e che mi ha sempre creato un leggero fastidio. E tra le donne che ho descritto, nessuna di loro faceva o fa di cognome Bisello. Avrei potuto disegnare un pisello a forma di B, avrei potuto descrivere i miei antenati con una parola tipo “donne forti” o qualcosa di simile. Opto per disegnare una donna barbuta e uso le 2 conchigliette raccolte per definire gli occhi. Fatto. Come rappresentativo del mio albero genealogico mi pare soddisfacente. Attendo la “mossa” di Davide, che decida dove andare. Ipotizziamo decida di scegliere un suo evento del passato che gli ha dato grande soddisfazione ed energia e in cui io non ero presente: può decidere di chiedermi di andare con lui (così però utilizzerei già il secondo viaggio a disposizione), nel qual caso io potrei passare direttamente al tempo da lui scelto. Se decido di voler utilizzare tutti i miei viaggi per me, lo lascio andare da solo. Se ritengo che mi interessi vivere una sua situazione alla quale non ero presente fisicamente, potrei decidere di utilizzare questo viaggio rinunciando a quello verso un mio evento passato o futuro. Diciamo che decido di farlo andare da solo o che lui non richieda la mia presenza.
Al mio turno successivo entro nell’ombra (macchina del tempo!) e dichiaro di voler andare a uno dei due eventi felici che mi riguardano: scelgo prima quello del passato. Decido per quella volta che sono andata ad un colloquio di lavoro come istruttore per la prima palestra aziendale della Vodafone a Padova e sono stata presa, inaspettatamente. Non ricordo la data esatta. Suppongo un periodo e l’anno con il solito criterio parzialmente ragionato e per lo più intuitivo e casuale: scelgo 5 settembre 2002. Luogo: Hotel Sheraton a Padova. Racconto a voce alta per condividere con Davide l’esperienza.
Ricordo che mi sono presentata presso la saletta dei colloqui dopo altri candidati prima di me. Ero vestita bene, arrivata in largo anticipo per paura di non trovare il posto in orario e sono stata intervistata da due responsabili. Non ero pratica di colloqui di lavoro, le palestra di solito mi telefonavano per andare ad insegnare e basta. Qui era un incarico importante, con tanto di articolo sul giornale perché si trattava del primo esperimento di palestra aziendale in Italia. Ricordo che, al vedermi, ci fu il commento “ohhh finalmente!”. Poi mi spiegarono che gli altri candidati (io ero l’ultima) si erano presentati in forte ritardo e in tuta da ginnastica, biascicando banalità in dialetto veneto.
Mi fecero qualche domanda sulle mie esperienze nel settore e si complimentarono per i corsi di formazione che avevo seguito e alla fine del colloquio mi proposero subito il contratto di lavoro! Chiaramente presa alla sprovvista, rimasi sorpresa e felice. Mi arrivò una scarica di adrenalina ed entusiasmo tanto da saltellare per la felicità andando a riprendere l’auto in parcheggio. Ad occhi chiusi richiamo quell’emozione di grande soddisfazione e la enfatizzo con la postura, il sorriso e magari anche i saltellini. Ricordare quel momento, fa sì che tutto il corpo cambi modalità e decido di conservare questo ricordo ogni volta che avrò bisogno di più fiducia in me stessa e di sentirmi “scelta” per le mie capacità. Questo è da considerare un altro “documento” importante da riportare al tempo presente. Se avessi chiesto a Davide di utilizzare un suo viaggio per essere “fisicamente” presente a quell’evento del 2002, avrebbe potuto partecipare da testimone alla scena “assorbendo” la mia energia (in quel momento molto alta) e descrivendomi poi come aveva percepito il mio cambio di postura e facendo le sue osservazioni. Al mio turno successivo, torno nell’ombra per il terzo viaggio (conservando il quarto per il ritorno al tempo presente) e stabilisco una ipotetica data per l’evento per cui sarò sicuramente al settimo cielo ed orgogliosa, la mia laurea.
Scelgo la data con un criterio parzialmente ragionato e attendibile. Deve essere assolutamente realistico. Facciamo 19 luglio 2024. Luogo: Padova. Mi immedesimo nel momento in cui c’è la proclamazione, la sensazione di avercela fatta, la voglia di festeggiare. Chiudo gli occhi e amplifico al massimo queste emozioni come se fossi lì, come se fosse appena accaduto. Osservo e disegno nella mente ogni singolo particolare di ogni tipo (colori, suoni, luci, esperienze tattili di quel momento). Prendo la postura corporea che più esprime questo senso di “vittoria”, magari richiamando emozioni simili nel passato.
Sta accadendo, è accaduto davvero! Proprio come me l’aspettavo e desideravo. Colma di soddisfazione, posso ora tornare al tempo presente, ringraziare la mia macchina nel tempo e l’ombra che mi ha permesso di viaggiare e portare al tempo presente nuove importanti informazioni su me stessa e sul mio compagno di gioco.
Praticamente un “pieno” di energia e di emozioni positive.
Ora tocca a te. Pronto/a per giocare?
Barbara Bisello